Diritto al cibo per una vita e un futuro migliori

Diritto al cibo per una vita e un futuro migliori
Il diritto al cibo è riconosciuto come un diritto umano fondamentale, essenziale non solo per la sopravvivenza ma anche per il benessere generale degli individui e delle comunità. La sicurezza alimentare, in quest’ottica, non si limita all’accesso a cibo sufficiente, sicuro e nutriente, ma rappresenta anche una garanzia di dignità e sostenibilità per le future generazioni. L’importanza del diritto al cibo viene sempre più riconosciuta in Europa, dove diverse direttive e politiche comunitarie cercano di promuovere l’accesso equo al cibo e di tutelare le risorse ambientali legate alla produzione alimentare.
Il contesto del diritto al cibo
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, attraverso la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, ha riconosciuto il diritto al cibo come parte integrante del diritto a uno standard di vita adeguato (art. 25). Questo principio è stato ulteriormente sviluppato nel Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali del 1966, che ha formalizzato l’obbligo per gli Stati membri di garantire il diritto al cibo adeguato, includendo non solo la disponibilità ma anche la sostenibilità e l’accessibilità economica.
In Europa, l’Unione Europea ha adottato una serie di strategie per affrontare le sfide legate alla sicurezza alimentare, alla sostenibilità e al diritto al cibo, tra cui la Strategia “Farm to Fork” del Green Deal europeo. L’obiettivo principale di questa strategia è la transizione verso un sistema alimentare sostenibile, che garantisca un accesso equo a cibo sano e sicuro per tutti i cittadini dell’UE, tutelando nel contempo l’ambiente e la biodiversità.
La normativa europea e il diritto al cibo
Il diritto al cibo nell’Unione Europea è regolamentato attraverso varie politiche che si concentrano su quattro pilastri fondamentali: disponibilità, accessibilità, adeguatezza e sostenibilità. Questi sono supportati da direttive e regolamenti comunitari che mirano a migliorare la produzione alimentare e l’accesso ai prodotti agricoli.
- La PAC (Politica Agricola Comune), uno degli strumenti più importanti dell’UE, mira a sostenere gli agricoltori, garantendo la sicurezza alimentare e promuovendo metodi di produzione agricola sostenibili. Riformata più volte, l’ultima modifica del 2023 sottolinea l’importanza di sostenere pratiche agricole resilienti al cambiamento climatico e di favorire una distribuzione equa del cibo.
- Il regolamento n. 852/2004 sull’igiene dei prodotti alimentari, che stabilisce le norme generali per la sicurezza dei prodotti alimentari nell’UE, garantisce che il cibo sia sicuro e salubre per i consumatori, mantenendo al contempo standard elevati per la produzione e il commercio degli alimenti.
- La Direttiva 2000/13/CE sulla protezione dei consumatori in materia di etichettatura dei prodotti alimentari assicura trasparenza e informazione, così che i cittadini possano compiere scelte alimentari consapevoli e salutari.
Il riconoscimento del ruolo dell’agricoltore
Un aspetto cruciale spesso trascurato nella discussione sul diritto al cibo è il ruolo degli agricoltori come custodi del patrimonio ambientale. Nonostante l’agricoltura sia essenziale per la tutela della biodiversità e la gestione sostenibile delle risorse naturali, il lavoro degli agricoltori viene spesso sottovalutato. Gli agricoltori, infatti, non solo producono cibo ma mantengono il paesaggio, preservano il suolo e contribuiscono alla riduzione dei rischi di dissesto idrogeologico, specie in zone rurali e montuose.
Il loro ruolo nella prevenzione del dissesto idrogeologico è particolarmente rilevante. L’agricoltura, attraverso pratiche adeguate come la rotazione delle colture, il mantenimento delle siepi e dei muretti a secco e la gestione sostenibile dei pascoli, contribuisce alla stabilizzazione del suolo e alla riduzione dell’erosione. Tuttavia, nonostante questo contributo essenziale alla salvaguardia ambientale, gli agricoltori spesso non ricevono un adeguato riconoscimento economico o sociale per tali servizi. Le politiche agricole, in particolare la PAC, cercano di compensare in parte questo gap attraverso sussidi, ma le risorse non sono sufficienti a coprire tutte le sfide ambientali e sociali che gli agricoltori devono affrontare.
Spreco alimentare e agricoltura come economia circolare
Il tema dello spreco alimentare è centrale nella discussione sul diritto al cibo. Secondo Andrea Segrè, autore del libro “D(i)ritto al cibo”, lo spreco alimentare non è solo una questione economica o ambientale, ma anche etica. In un mondo dove milioni di persone soffrono la fame, gettare via cibo rappresenta una delle contraddizioni più gravi del nostro tempo. Segrè sottolinea come la riduzione dello spreco alimentare possa contribuire in modo significativo a garantire il diritto al cibo per tutti, riducendo allo stesso tempo l’impatto ambientale della produzione alimentare.
L’agricoltura, in particolare, è un esempio di economia circolare naturale. Nulla viene sprecato: gli scarti agricoli diventano compost per arricchire il suolo, il letame viene utilizzato come fertilizzante organico e persino le parti non commestibili delle piante trovano un uso in diversi settori, dall’energia alla bioedilizia. Questo ciclo chiuso non solo riduce al minimo lo spreco, ma contribuisce a un impatto CO2 pari a zero, in quanto tutte le risorse vengono reintegrate nell’ambiente senza emissioni eccessive di gas serra.
L’economia circolare praticata dagli agricoltori è la massima espressione di sostenibilità, poiché riduce la dipendenza dalle risorse esterne e limita gli effetti negativi sull’ambiente. La Strategia “Farm to Fork” riconosce il valore di questa economia circolare e promuove pratiche agricole che non generano sprechi, favorendo un modello di produzione più sostenibile che possa rispondere alle sfide future.
La Strategia “Farm to Fork”
La Strategia “Farm to Fork” (Dal produttore al consumatore) rappresenta il pilastro della politica alimentare sostenibile dell’UE. Lanciata nel 2020 nell’ambito del Green Deal europeo, questa strategia si propone di trasformare il sistema alimentare europeo, rendendolo più resiliente e sostenibile, in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra e di conservazione delle risorse naturali. Un aspetto cruciale è il miglioramento dell’accesso a cibo sano e sostenibile per tutti i cittadini, riducendo al contempo lo spreco alimentare e promuovendo pratiche di produzione agricole che rispettino l’ambiente.
Nel concreto? GAS, Gruppi di acquisto solidale ove i cittadini dovrebbero rivolgersi per acquisti di qualità e di produzione locale. NON solo risparmio, Bensi qualità.
La strategia riconosce anche il legame tra salute, cibo e sostenibilità. Tra i suoi obiettivi vi è la promozione di diete più sane e sostenibili, con una riduzione del consumo di carne e alimenti trasformati a favore di una maggiore varietà di frutta, verdura, cereali integrali e legumi. Questo è coerente con l’idea che un’alimentazione sana può contribuire non solo al benessere individuale, ma anche alla sostenibilità ambientale, riducendo l’impatto della produzione alimentare sulle risorse naturali.
Il futuro del diritto al cibo: un approccio sostenibile
Nel garantire il diritto al cibo, l’UE ha progressivamente abbracciato una visione incentrata sulla sostenibilità, riconoscendo che la produzione alimentare non può essere separata dalle questioni ambientali. Un esempio emblematico di questo approccio è la promozione dell’agricoltura biologica, che la strategia “Farm to Fork” si propone di portare al 25% delle superfici agricole entro il 2030.
Oltre alla sostenibilità ambientale, l’UE punta anche a ridurre le disuguaglianze nell’accesso al cibo. Secondo dati della FAO, nel 2020, oltre 8 milioni di persone nell’UE hanno sperimentato una condizione di grave insicurezza alimentare. Per affrontare questo problema, la Commissione Europea ha lanciato iniziative come il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD), che fornisce assistenza alimentare e beni di prima necessità alle persone più vulnerabili.
Conclusioni
Il diritto al cibo rappresenta un pilastro fondamentale per garantire una vita dignitosa e sostenibile. Tuttavia, il pieno rispetto di questo diritto non può essere garantito senza un approccio integrato che consideri anche la protezione ambientale, la sostenibilità della produzione e la riduzione delle disuguaglianze sociali. In questo contesto, è fondamentale riconoscere il ruolo cruciale degli agricoltori come custodi del territorio, che purtroppo non possono essere lasciati soli a gestire problemi complessi come il dissesto idrogeologico. L’Unione Europea, attraverso le sue direttive e strategie, sta cercando di costruire un futuro in cui il cibo non solo sia disponibile per tutti, ma sia anche un elemento centrale per il benessere delle persone e del pianeta.
QUI le informazioni per aderire all’ iniziativa della Giornata internazionale sull’AlimentAzione
Bibliografia:
- Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, 1948.
- Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali, 1966.
- Strategia “Farm to Fork”, Commissione Europea, 2020.
- FAO, “The State of Food Security and Nutrition in the World”, 2020.
- Regolamento (CE) n. 852/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio, 2004.
- Andrea Segrè, D(i)ritto al cibo,Altri libri, Presa diretta ISBN: 979-12-80068-51-4
Andrea Segrè è professore ordinario di Politica agraria internazionale e comparata all’Università di Bologna, dove è stato preside della Facoltà di Agraria e direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie agroalimentari. Ha insegnato Economia circolare all’Università di Trento. Fondatore di Last Minute Market, impresa sociale spin off accreditato dell’Università di Bologna, ideatore della campagna Spreco Zero e direttore scientifico dell’Osservatorio Waste Watcher International su cibo e sostenibilità, dal giugno 2022 è Consigliere Speciale del Sindaco di Bologna per le politiche alimentari urbane e metropolitane. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, fra i quali il Premio internazionale Pellegrino Artusi nel 2012 e il San Giusto d’Oro nel 2020.